Menopausa e Sindrome premestruale: le piante che possono aiutarti

Menoapausa e sindrome premestruale

Ogni stagione dell’anno è caratterizzata dai suoi profumi e i suoi colori, dai suoi sapori, dalle sue temperature. Ognuno ha la sua preferita ma ogni stagione ha delle bellezze caratteristiche che le altre non hanno e che la rendano unica. La vita di una donna può essere immaginata proprio nello stesso modo: come un susseguirsi di stagioni (fasi biologiche), ognuna con il suo colore, le sue emozioni e… i suoi ormoni!

Sì perché ciò che trasforma una bambina in una donna è proprio lo sviluppo degli ormoni sessuali e ciò che cambia la donna giovane e fertile in donna matura che si avvicina alla menopausa è il calo di questi stessi ormoni. Il benessere della donna è quindi molto legato alla fase della vita in cui si trova e ai suoi livelli ormonali.

Quanto sono noti i termini come “sindrome premestruale” e “menopausa”?

Già a pensarci nella tua testa immagini due tipi di donne:

– la donna giovane, che affronta gli sbalzi ormonali e il malessere prima del ciclo

– la donna matura, tormentata dalle caldane tipiche della menopausa

Ma queste sono cose normali, “fisiologiche”, perché si può dire… non tutti gli ormoni vengono per nuocere! Anzi! Sono tutti indispensabili. Gli ormoni sessuali poi sono ciò che rendono Donna una donna e che la distinguono dall’uomo, sono quelli che definiscono le sue curve e i tratti femminili, quelli che rendono possibile la magia di una gravidanza e che rendono la donna Mamma.

Proviamo allora a capire questi alti e bassi, questa giostra degli ormoni che certamente possono essere causa di fastidiose condizioni fisiologiche, ma che possono anche essere modulati con specifiche estratti di piante.

Donna giovane: sindrome premestruale

Per molto tempo le donne sono state abituate a considerare i disturbi derivanti dalla sindrome premestruale come un’inevitabile sofferenza facente parte della vita, dell’essere donna e, di conseguenza, ad accettarli senza porvi alcun rimedio.

Ma si tratta di retaggi culturali che ancora resistono in molte zone del mondo.

Sin dall’antichità, le manifestazioni associate a questa fase del ciclo mestruale sono state fonte di pregiudizio, infatti, le donne in età fertile venivano considerate impure e causa di danni alle coltivazioni, ai frutteti, agli animali domestici ed erano ritenute incapaci di controllare i propri impulsi a causa dell’effetto delle oscillazioni ormonali sulla psiche. Solo nel 1931 si inizia a parlare di  “tensione premestruale” come quadro clinico vero e proprio caratterizzato da sintomi sia fisici che psichici.

Sindrome premestruale

Ma come funzione il ciclo mestruale?

ll ciclo mestruale è regolato da cambiamenti ormonali  in cui sono coinvolte diverse strutture come il sistema nervoso centrale, di cui fanno parte ipotalamo e ipofisi, e le ovaie: sono tutte strettamente collegate tra loro. 

Già questa breve descrizione ti fa capire come, a parte eventuali derivazioni genetiche, anche in questo caso c’è una grossa influenza del sistema nervoso, di come la donna vive le sue emozioni, di come reagisce alle problematiche della sua esistenza.

Fatto sta che esiste l’alternanza dei due tipi principali di ormoni, estrogeni e progesterone, ed un loro squilibrio è responsabile di problematiche come la sindrome premestruale.

L’inizio del ciclo mestruale coincide con le mestruazioni.

Nella prima metà del ciclo l’ormone predominante è l’estradiolo che stimola la crescita delle cellule mammarie, lo sviluppo della mucosa uterina, deposita acqua e grassi nei tessuti e provoca “l’ovulazione”. Nell’ovaio si trovano diversi “follicoli” con diversa maturazione, uno dei quali è così grande che l’involucro in cui matura esplode dando luogo all’ovulazione, cioè là fuoriuscita dell’ ovulo maturo, che rimane “scoperto” e può essere fecondato dallo spermatozoo maschile. Dove era cresciuto il follicolo ovarico resta una macchia gialla che viene chiamata “corpo luteo” ed è lì che si forma il progesterone, l’ormone che assume il controllo nella seconda fase del ciclo.

Il progesterone frena la crescita delle cellule, espelle l’acqua immagazzinata nei tessuti, trasforma i grassi in energia e mantiene la mucosa dell’utero in modo che si possa annidare un ovulo fecondato dando origine a una gravidanza.

Se la fecondazione non avviene si ha un calo dei livelli ormonali e con l’arrivo delle mestruazioni si ha l’eliminazione della mucosa uterina e l’inizio del ciclo successivo. Quindi il livello degli estrogeni aumenta nella prima fase del ciclo con un picco prima dell’ovulazione e poi diminuisce rapidamente; il progesterone invece aumenta subito dopo l’ovulazione e torna a diminuire tra il 24-28 giorno portando allo sfaldamento della mucosa uterina e quindi alla mestruazione.  

Ed è sempre così, dalla nascita della prima Donna!

Curiosità

Il progesterone è un ormone termogenico, favorisce cioè l’aumento della temperatura corporea (di circa 0.5-1 grado). Durante la fase post ovulatoria (più o meno dal 16° al 26° giorno) le donne bruciano quindi molte più calorie rispetto agli altri giorni del ciclo (tra il 10 ed 15% in più).

La sindrome premestruale (PMS) è una complessa combinazione di sintomi psicologici e cambiamenti somatici che si verifica di solito la settimana prima del periodo mestruale. Colpisce circa il 40% delle donne e i sintomi possono essere molto vari: sbalzi di umore, tensione al seno, cefalea, gonfiore addominale, ansia ecc. e generalmente terminano con l’arrivo delle mestruazioni.

La causa esatta non è stata ancora completamente stabilita, ci sono alcune prove che i sintomi premestruali sono causati da alterazioni di livelli ormonali come un alterato rapporto estrogeni/progesterone, a causa di un deficit di progesterone nella seconda metà del ciclo, e  da iperprolattinemia. La prolattina è l’ormone che promuove la produzione di latte e la crescita delle ghiandole mammarie.

La cosa certa è che ci sono sempre anche influenze psicologiche.

Ma sai qual è la cosa bellissima?

In natura si trovano piante i cui componenti hanno un’azione progestino-simile, cioè sostanze che mimano l’azione del progesterone, che è l’ormone che diminuisce nella seconda fase del ciclo, e che quindi possono essere un valido aiuto per contrastare i sintomi della sindrome premestruale.

Rimedi naturali Sindrome premestruale

Vediamo quali sono:

  • La più importante è la Vitex agnus castus, un tempo considerata pianta della castità perché usata dai monaci per reprimere le pulsioni sessuali. L’agnocasto è un arbusto di cui la parte utilizzata sono i frutti maturi ed essiccati, piccole bacche nere simili al pepe; infatti l’agnocasto veniva anche chiamato “pepe dei monaci”.
    Agisce positivamente sul riequilibrio del rapporto estrogeni/progesterone a favore del progesterone e inibisce il rilascio di prolattina. L’agnocasto ha anche mostrato un aumento della secrezione di melatonina, suggerendo un beneficio nei sintomi di disturbi del sonno, quando associati al ciclo mestruale.
  • L’altra pianta è la Dioscorea Villosa, una pianta erbacea conosciuta già ai tempi dei Maya e degli Aztechi, la cui parte utilizzata è il rizoma.
    Il principale componente della Dioscorea è la diosgenina detta “progesterone naturale”, perché è una molecola strutturalmente simile al progesterone e per questo si comporta come suo precursore e va a normalizzare i rapporti estrogeni/progesterone.
    La diosgenina inoltre è la molecola di base per la sintesi commerciale di steroidi come cortisone, progesterone e pregnenolone.

Un altro problema che si può manifestare durante la fase premestruale è l’acne, e anche questo è legato alla variazione dei livelli ormonali.

Gli ormoni, infatti, sono responsabili dello sviluppo delle nostre ghiandole sebacee.

Poco prima dell’inizio della mestruazione, sia l’estrogeno che il progesterone sono a livelli minimi. A questo punto il testosterone (l’ormone sessuale maschile che è sempre presente nelle donne anche se in quantità ridotta rispetto agli uomini) ha una concentrazione maggiore rispetto agli altri ormoni femminili, causando un’ulteriore produzione di sebo. L’acne premestruale di solito si manifesta da sette a dieci giorni prima del ciclo – ovvero fra il 18° e il 21° giorno di ciclo. Durante il ciclo stesso le condizioni della pelle generalmente migliorano velocemente.

La Bardana (Arctium lappa) è una pianta medicinale che agisce come depurativo e disintossicante, ma anche come antibatterico e antinfiammatorio favorendo il drenaggio e l’eliminazione delle tossine. Nel caso nostro, poiché ricca di acidi grassi essenziali, sembra essere utile anche per gli squilibri ormonali, che sono una delle cause dell’acne.

Donna matura: menopausa

Adesso devo darti qualche noiosa definizione:

  • Per menopausa si intende l’interruzione definitiva delle mestruazioni e, pertanto, della fertilità; si verifica perché con l’invecchiamento della donna le ovaie interrompono la produzione di estrogeni e progesterone;
  • Negli anni che precedono la menopausa, la produzione di questi ormoni inizia a diminuire e le mestruazioni e l’ovulazione sono meno frequenti, per poi terminare definitivamente;
  • La menopausa non insorge quindi bruscamente, ma si presenta in maniera graduale lungo un arco di tempo piuttosto lungo e mediamente compreso tra i 5 ed i 10 anni.

Le fasi della menopausa:

  1. Perimenopausa: è il periodo di vari anni prima e dell’anno successivo all’ultimo ciclo mestruale. Durante questa fase, i livelli estrogenici e progestinici oscillano notevolmente e si pensa che questo fenomeno sia responsabile dei sintomi della menopausa avvertiti da molte donne dopo i quarant’anni;
  2. La transizione menopausale è la fase della perimenopausa che porta all’ultimo ciclo mestruale ed è caratterizzata da cambiamenti dell’andamento dei cicli mestruali. La transizione menopausale dura da 4 a 8 anni;
  3. Post-menopausa si fa riferimento al periodo dopo l’ultimo ciclo mestruale.

A partire dalla perimenopausa, le ovaie subiscono un lento declino, divenendo sempre più piccole ed atrofiche; mano a mano che ci si avvicina alla menopausa il dosaggio ormonale diviene più chiaro, fino a mostrare l’assenza di progesterone, un calo importante degli estrogeni e un aumento particolare dei livelli di FSH ed LH.

Questo grande cambiamento ormonale porta a importanti conseguenze, le più evidenti sono i fastidiosi sintomi della menopausa:

  • vampate di calore;
  • sbalzi d’umore;
  • insonnia;
  • ansia, irritabilità, calo dell’umore;
  • calo della libido e desiderio sessuale.

Le vampate, per esempio, sono causate dall’irregolarità dei livelli di estrogeni e progesterone e raggiungono il loro picco nei mesi successivi all’ultimo ciclo mestruale, per poi attenuarsi gradualmente dopo uno o due anni. Le conseguenze più importanti del calo estrogenico durante la menopausa sono l’aumento del rischio cardiovascolare (infarto cardiaco, ictus celebrale, ipertensione ecc.) e la predisposizione a sviluppare patologie osteoarticolari tra cui l’osteoporosi.

L’osteoporosi, come certamente sai, è una patologia dovuta a una riduzione della massa dell’osso che di conseguenza diventa più fragile e predisposto a fratture. Durante tutta la vita il nostro scheletro è soggetto a un continuo rimodellamento osseo, questo grazie a cellule chiamate osteoclasti che sono deputate al riassorbimento e rimodellamento dell’osso e agli osteoblasti, cellule invece incaricate della ricostruzione dell’osso.

Menopausa

Gli estrogeni sono coinvolti nel rimodellamento osseo: promuovono il riassorbimento del calcio a livello renale, favoriscono la conversione della vitamina D e il conseguente assorbimento intestinale del calcio e agiscono su diversi fattori locali stimolando indirettamente la formazione dell’osso.

Come abbiamo già detto con la menopausa si ha un netto calo di estrogeni e questo spiega perché l’osteoporosi è una conseguenza spesso associata alla menopausa.

Quello che abbiamo capito è che i sintomi della menopausa sono causati da una variazione dei livelli ormonali ed un loro riequilibrio è necessario per migliorare il quadro clinico.

Ed ecco che ritornano in campo gli estratti di piante!

Hai mai sentito parlare di fitoestrogeni?

Letteralmente vuol dire estrogeni derivanti dalle piante, cioè estrogeni vegetali, quindi sostanze naturali, ad attività simil-estrogenica. Più precisamente, grazie alla loro particolare struttura chimica, sono in grado di legarsi ai recettori degli estrogeni ed esercitare attività biologiche di tipo estrogenico.

I fitoestrogeni comprendono:

  • Isoflavoni, presenti soprattutto nella soia e nel trifoglio rosso;
  • Lignani, presenti in frutta, cereali, e semi di lino;
  • Cumestani.

I primi due, in particolare, devono essere metabolizzati e attivati dalla flora batterica intestinale per poter esplicare la loro azione nel corpo: ne consegue che fattori dietetici e salute del microbiota influiscono enormemente l’efficacia di tali composti.

Esempi di piante che contengono fitoestrogeni sono il trifoglio rosso e la soia.

Il trifoglio rosso è ricco di isoflavoni, una sostanza antiossidante appartenente alla famiglia dei fitoestrogeni. In passato questa pianta veniva utilizzata come rimedio soprattutto contro problemi respiratori anche importanti come pertosse, asma e bronchite, oggi invece viene sfruttata per la sua attività fitoestrogenica. Risulta molto efficace contro le vampate di calore ma anche per l’effetto preventivo contro l’osteoporosi, in quanto in grado di ridurre il riassorbimento osseo e favorirne la rimineralizzazione.

La soia appartiene al genere delle Leguminosae, è conosciuta e consumata in Oriente da più di 5000 anni: i semi di soia sono considerati un cibo ad alto valore nutritivo, contengono fino al 40% di proteine e tutti gli amminoacidi essenziali, in quantità tale da poter costituire eventualmente l’unica fonte proteica all’interno della dieta. La soia è inoltre ricca di fitoestrogeni: isoflavoni e lignani

Queste due sostanze pare che abbiano azione pro– o anti-estrogenica a seconda del livello degli estrogeni circolanti: in altre parole, agiscono da antagonisti quando i livelli di estrogeni sono troppo alti, mentre hanno effetto estrogenico quando il livello endogeno di estrogeni diminuisce, come nel caso della menopausa.

Cimicifuga

Altra Curiosità

Nelle popolazioni asiatiche, la cui alimentazione è particolarmente ricca di soia, è emersa una minore incidenza dei disturbi associati alla menopausa (rispetto alle donne occidentali), un minor rischio cardiovascolare, un minor tasso di tumori alla mammella, all’endometrio e all’ovaio, nonché una minore percentuale di fratture osteoporotiche dell’anca.

Attenzione!
L’uso di isoflavoni è sconsigliato in donne con familiarità di tumore al seno, ancora non sono stati chiariti i rischi dell’uso di queste piante.

Un’altra pianta sfruttata per contrastare i disturbi della menopausa è la Cimicifuga.

La Cimicifuga è ricca di glicosidi triterpenici che hanno un’azione estrogenica, in particolare  sono in grado di sopprimere la secrezione di ormone luteinizzante, i cui livelli risultano particolarmente elevati durante la menopausa.

In questo caso non contenendo isoflavoni non ci sono controindicazioni per le donne con familiarità di tumori al seno.

Per concludere, in qualsiasi fase della vita ci troviamo, essere Donna è un gran dono.

Ci sono sempre ostacoli da superare, ma ogni donna ha dentro di sé la forza e le risorse necessarie per superarli… e poi la Natura è sempre pronta a darci un supporto!

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