Quando una persona si addentra nei suoi meandri può uscirne sconvolta o innamorata per sempre (com’è successo a me!)
La Medicina ufficiale tratta essenzialmente i sintomi della malattia.
Non è una medicina preventiva o che tenta di riequilibrare, ma cerca di trovare il meccanismo d’azione dei farmaci sulle cellule “malate”, per capire in che modo curare l’organismo.
Cosa significa in poche parole?
- Che se hai dolore a un ginocchio, viene trattato il ginocchio
- Se hai male a un rene, viene trattato il rene
- Se hai il colesterolo alto nel sangue, devi prendere la compressa (solo a volte ti dicono cosa NON devi mangiare)
Ma se hai uno stato ansioso? O uno stato depressivo?
Il farmaco può ridurre i sintomi del momento, ma come arrivare alla radice del problema?
Bene, quasi sempre c’è un’azione solo sui sintomi presenti, che è quindi parziale perché ogni sintomo ha chiaramente un’origine, una causa.
Questa ricerca invece viene spesso rimandata ed il rischio (purtroppo molto frequente) è quello di assuefarsi e diventare “dipendenti” da psicofarmaci.
Sai cosa succede a un tossicodipendente? Va sempre più spesso in crisi di astinenza e ha bisogno di una quantità sempre maggiore di droga…
Stessa cosa per una persona che diventa dipendente dallo psicofarmaco. Non è così grave, all’inizio, ma dopo un po’ di tempo tornare indietro è più difficile.
La Medicina Omeopatica invece è diversa
Perché è diversa?
Perché la Medicina Omeopatica prova a guarire la persona nella sua interezza (e ci sono migliaia di casi descritti in letteratura)
Che cosa significa?
Significa che il medico esperto in Omeopatia riesce ad avere un quadro generale completo del paziente, attraverso:
- la storia del paziente, fin dalla nascita;
- la storia dei genitori e dei parenti;
- la raccolta di tutti i sintomi, fisici, emotivi e mentali.
Questo vuol dire che il paziente deve parlare, ricordare, chiedere notizie anche ai parenti, ai genitori, ecc.
E intanto il medico deve essere bravo ad ascoltare le cose più importanti che gli servono per decidere quale rimedio prescrivere: sì, perché di tutta la storia che il paziente racconta, al medico bravo servono solo 4 o 5 cose.
Voglio farti un esempio classico, la febbre (se vuoi approfondire l’argomento febbre, leggi qua).
Quando un paziente ha una febbre molto alta, improvvisa, esistono diversi rimedi da potere usare:
- Aconitum;
- Belladonna;
- Eupatorium;
- Bryonia;
- Ferrum phosphoricum;
- Arsenicum album.
Però, se andiamo avanti nella nostra visita e quindi nella ricerca dei sintomi, possiamo vedere che la febbre molto alta spesso è accompagnata da segni dell’infiammazione: arrossamento, dolore, gonfiore…Se la febbre continua molto alta si può arrivare anche alle allucinazioni, al delirio che può addirittura portare alla violenza fisica.
Spesso un paziente con febbre alta è infastidito da qualsiasi stimolo:
- luce, rumore, scuotimento;
- ha dolori pulsanti, intensi, penetranti;
- la bocca e le mucose sono tutte secche, ma nonostante questo con la febbre alta non c’è sete.
Ecco, tutti questi sintomi indicano un rimedio preciso e molto conosciuto per le fasi acute, cioè la Belladonna!
Tutti gli altri rimedi che ho indicato prima, in questo caso specifico, non funzionano, perché la totalità dei sintomi, ripeto fisici, emotivi e mentali, è coperta solo dal rimedio Belladonna.
Qual è la differenza fra l’Omeopatia e la Medicina ufficiale?
La risposta è “Paracetamolo”: in tutte le forme in cui sia presente febbre alta, il Paracetamolo abbassa la temperatura, ma, come dicono gli omeopati, “sopprime i sintomi”.
Si deve usare il Paracetamolo quando ce n’è bisogno? Certo! (in certe occasioni ce n’è davvero bisogno, in altre meno).
In questi articoli, credo te ne sarai accorto, vorrei far capire come sia fondamentale “integrare” le varie discipline mediche avendo come unico obiettivo la Salute del paziente.
Come è stato scoperto il rimedio omeopatico?
Detto questo, bisogna chiarire allora come funziona il rimedio omeopatico, perché come sappiamo le bacche di Atropa belladonna sono velenose, possono essere mortali se ingerite accidentalmente.
Quando il Dr. Samuel Hahnemann, colui che ha messo appunto il sistema omeopatico, si rende conto che con la medicina ufficiale del 1700-1800 non può guarire le persone, con grande onestà intellettuale si toglie il camice e smette di fare il medico.
Però Samuel è un genio e conosce molte lingue, decide così di tradurre dei libri di farmacologia, cominciando da un trattato di un illustre medico scozzese, di nome Cullen.
Nel capitolo dedicato alla malaria trova scritto che “il chinino guarisce dalla malaria per le sue note proprietà astringenti e amare” (Cit.)
Hanhemann resta sbalordito.
Non gli torna per niente questa spiegazione, anche se di un medico molto conosciuto… allora decide di provare su se stesso l’effetto del chinino, ingurgitando con l’acqua un po’ di questo estratto.
Incredibilmente, si rende conto che il chinino assunto che ha preso lui, quindi una persona sana, non malata, gli causa questi sintomi: brividi, febbre alta intermittente, perdita di liquidi, grande debolezza.
Sono proprio i sintomi della malaria!
E qui viene fuori il suo genio
Con una grande intuizione, il Dr. Samuel Hahnemann capisce che forse il chinino cura la malaria “perché sviluppa nella persona malata gli stessi sintomi sviluppati dalla malattia”.
Allora, pieno di entusiasmo per la “scoperta”, in pochi anni capisce che deve provare sulle persone sane tanti altri rimedi, che possono derivare dal mondo vegetale, ma anche animale e minerale… ma solo provandoli sulle persone sane potrà avere in mano, finalmente, tutte le armi per guarire i malati.